UNO “SCHERZO DA PRETE” PER PAPA FRANCESCO !

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A proposito dei discorsi di san Giovanni Paolo II, il frate Pellegrino Santucci della basilica di Santa Maria dei Servi, sita in Bologna, così si espresse in una intervista a “Il Giornale” (2002); alla domanda: << Che cosa pensa di Giovanni Paolo II ?” “Da soldato che darebbe la vita per il Papa, vi dico che i suoi discorsi sono insopportabili. Ma la colpa non è sua: glieli scrivono male >>.

Che giudizio per chi ha scritto e fatto dire a papa Francesco nel discorso del 2 u.s. ai pellegrini della diocesi di Isernia-Venafro durante l’incontro nella “sala Paolo VI” ?

<< Cari fratelli e sorelle, buongiorno a tutti! Dal momento in cui io sono entrato ho visto la vostra gioia, siete gioiosi voi, siete gioiosi! Adesso capisco un po’ perché Papa Celestino non si trovava bene a Roma, è tornato da voi… Per la vostra gioia! >>.

Papa Celestino V, al secolo Pietro di Angelerio, da pontefice non fu mai presente a Roma: “prigioniero/ostagio” del re Carlo II d’Angiò, a pochi giorni della sua elezione fu “costretto” a recarsi a Napoli, sede del regno angioino.

La prima presenza nella città eterna del giovane Pietro, avvenne nell’anno 1232 all’età di 23 anni, dopo i primi 3 anni di eremitaggio tra Castel di Sangro e Palena, per essere consacrato sacerdote e tornare tra i monti della Maiella, in Abruzzo, per vivere altri 62 anni da eremita, fino alla sua elezione nel 1294.

Dopo le sue dimissioni il 13 dicembre 1294, iniziò il periodo di “calvario” come ostaggio, ricercato, fuggiasco e prigioniero di papa Bonifacio VIII. Fuggito da Napoli, si rifugiò non nel Molise, come hanno fatto dichiarare a papa Francesco, ma tornò in Abruzzo, tra i monti della Maiella, per poi fuggire nel bosco Mazzocca nei pressi di Riccia, all’epoca in contado di Molise, con l’intento di partire dalla Puglia verso l’Oriente.

Con la fuga non trovò  << gioia >>: la persecuzione da parte di papa Bonifacio VIII durò circa 2 anni, fino alla morte, nell’anno 1296, all’età di 87 anni, prigioniero nel castello di Fumone.

Oreste Gentile.

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